La Valmalenco si trova nel cuore delle Alpi Retiche, terra di frontiera, confina con la Confederazione Svizzera.
E’ abitata dai Malenchi, genti lavoratrici che si contraddistinguono per la loro riservatezza.
Genti temprate da un terreno impervio, i Malenchi sono un popolo abituato a sostenere le prove più difficili.
Il dialetto Malenco, che pur avendo radici valtellinesi differisce in molti aspetti dalle parlate delle altre valli; è influenzato dai Celti, dai Liguri e dai Ladini.
Nella parte iniziale la Valmalenco è stretta, caratterizzata da versanti ripidi e alberati di castani e frassini, si apre poi in un’ampia conca verde che si dirama nelle valli di Chiareggio e del Lanterna ai piedi dei massicci montuosi del Disgrazia e del Bernina.
Nel 250 d.C. i romani entrano in Valmalenco, intuendone l’importanza strategica e progettano la costruzione di una strada carovaniera che raggiunge il passo del Muretto e di lì Coira nel cuore della Rezia.
Dal 500 d.C. al 1000 d.C. sviluppano le attività estrattive di minerali e pietre ornamentali, quali la pietra ollare e il serpentinoscisto, che daranno una realtà culturale sociale ed economica evolutasi fino ai giorni nostri.
Tra il 1300 e il 1400 la Valmalenco affronta uno dei periodi più difficili della sua storia, diviene teatro di molte catastrofi quali alluvioni, terremoti, frane, siccità e gelo che culminano nel 1630, in un’ epidemia di peste, che causa moltissime morti decimando paesi e frazioni.
La dominazione dei Grigioni (1512-1797) contraddistinta da tensioni religiose, fa comunque rivivere nuovo splendore alla via carovaniera.
Ai Grigioni seguono i Francesi e poi gli Austriaci, che istituiscono le prime scuole pubbliche.
A partire dal 1800 la nascita dell’alpinismo dà vita allo sviluppo delle attività turistiche e dei nuovi mestieri ad esse connesse.
Con l’inizio del Regno d’Italia, nel 1861, le ristrettezze economiche portano via via ad  un processo migratorio rivolto soprattutto alle Americhe e all’Australia.
Le difficoltà economiche del dopoguerra e la vicinanza del confine svizzero fondano i presupposti per lo sviluppo del contrabbando, creando un vero e proprio “mestiere”, quello del contrabbandiere.
Gli anni ’60  sono caratterizzati dalla diffusione delle discipline sportive invernali, che portano alla costruzione degli impianti di Caspoggio e Chiesa Valmalenco.
Oggi è considerata un vero “paradiso di neve”, meta privilegiata per la pratica degli sport invernali, qui infatti si trova il terreno ideale per lo sci alpino, lo sci nordico e lo sci alpinismo. D’estate un’articolata rete di sentieri “da rifugio a rifugio” – in un contesto di alto valore naturalistico, storico, etnografico – permette passeggiate ed escursioni emozionanti immersi nella bellezza di uno splendente paesaggio, dove spicca la scenografica piramide del Pizzo Scalino.

Mauro Scattolin